L’assegno previdenziale sarà sempre più magro.
Purtroppo sulle pensioni non ci si può illudere: qualsiasi forma si scelga per smettere di lavorare, l’assegno previdenziale sarà molto più basso dell’ultimo stipendio.
E in futuro potrebbe esserlo ancora di più se l’economia italiana non crescerà a sufficienza. Le previsioni non sono incoraggianti e neppure lo sono i dati Istat sull’occupazione resi noti nel febbraio 2021: nel solo mese di dicembre 2020 ci sono stati 101mila lavoratori in meno, in maggioranza donne, e la disoccupazione giovanile ha toccato il 29,7%.
Il fardello previdenziale inoltre grava sui giovani e secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, a partire dal 2045 avremo un solo lavoratore che verserà i contributi per ogni singolo pensionato, in un rapporto 1:1.
Data questa previsione, le pensioni anticipate non sembrano essere certo una misura sufficiente a invertire la rotta. Per consentire alle persone di lasciare prima del tempo il lavoro, sarebbe necessario creare i presupposti perché possano farlo in modo economicamente sostenibile, per sé e per l’intero sistema previdenziale.