Cambiamento climatico: il ruolo delle assicurazioni

Con l’aumento degli eventi atmosferici intensi legati al cambiamento climatico, diventa centrale il ruolo delle assicurazioni per la protezione di privati e imprese e la gestione dei rischi

Il tema del cambiamento climatico è diventato di fondamentale importanza nel nostro Paese. La frequenza e la gravità delle catastrofi naturali legate al clima sono in aumento e l’Italia non fa eccezione. Lo dimostrano gli episodi straordinari accaduti l’anno scorso, come la grave alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna a metà maggio e gli intensi fenomeni atmosferici che a fine luglio hanno colpito da est ad ovest tutto il nord Italia con violente grandinate e fortissimi venti che hanno danneggiato case e impianti produttivi. Negli ultimi 10 anni, abbiamo assistito ad un aumento del 40% dell’intensità della frequenza degli eventi atmosferici avversi, e questo ha portato ad un incremento dei danni. Secondo le stime, in Italia i danni causati annualmente dal cambiamento climatici ammontano a circa 10 miliardi di euro, che includono danni alle infrastrutture, all’agricoltura, costi di prima emergenza e danni a edifici privati. I rischi che prima erano considerati straordinari adesso sono diventati una nuova normalità, e questo ovviamente pone il comparto delle assicurazioni e tutti gli attori coinvolti nella gestione dei rischi climatici ad effettuare delle riflessioni. (fonte: finanza.lastampa.it)

In Italia, così come in altri Paesi europei, la diffusione delle coperture assicurative è insufficiente. A parte l’RC auto obbligatoria, le coperture assicurative sono scarsamente diffuse, soprattutto quelle contro gli eventi atmosferici e i rischi naturali. In Italia, infatti, solo il 44% delle abitazioni civili è assicurato contro gli incendi e poco più del 5% contro i rischi catastrofali (fonte: ANIA). La situazione sicuramente migliora sul fronte delle grandi imprese, che ormai hanno quasi tutte queste coperture assicurative, con un tasso di penetrazione di oltre il 90%. Se si considera però che il cardine della nostra economia è rappresentato dalle piccole e medie imprese, anche qui il livello di diffusione delle coperture è molto esiguo, intorno al 15%.

Secondo gli esperti ANIA, la strada da intraprendere è quella di un sistema pubblico-privato fondato sulla mutualizzazione dei rischi e sulla prevenzione. Un primo passo in questo senso è stato fatto quest’anno, con la Legge di Bilancio 2024 che ha inserito una novità sul fronte della crisi climatica e sulla tutela dei rischi per le imprese. Infatti, entro il 31 dicembre 2024, sarà obbligatorio stipulare un’assicurazione contro le calamità naturali. L’obiettivo della disposizione è di garantire alle imprese un risarcimento economico in caso di calamità naturali. In questo modo, il rischio e i costi di tali eventi non saranno più a carico esclusivo dello Stato (che comunque assume il ruolo di coassicuratore), ma saranno condivisi anche dai soggetti privati.

Nessun obbligo invece per le abitazioni. In caso di mancato adempimento dell’obbligo, sia le imprese inadempienti che le compagnie assicurative che rifiutano di stipulare le polizze saranno sanzionate. Le sanzioni previste vanno da 100mila a 500mila euro. Le polizze obbligatorie devono coprire i danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali che si verificano in Italia. La norma specifica che i tipi di eventi che danno diritto al risarcimento sono i terremoti, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni. Dal confronto europeo emerge però come l’Italia deve implementare le coperture assicurative estendendo il novero a tutti i possibili danni da eventi atmosferici, non solo quelli catastrofali.

I climatologi prevedono che nei prossimi anni gli eventi straordinari si manifesteranno con sempre maggiore frequenza. È quindi fondamentale prepararci a convivere con questi eventi, che rappresenteranno una sfida per la nostra società. È quanto mai necessaria una profonda e strutturata valutazione delle attuali condizioni e dei limiti che caratterizzano l’intero sistema assicurativo per poter affrontare in futuro questi eventi eccezionali, come quelli che si sono verificati negli ultimi anni. Calamità naturali che hanno dimostrato, ancora una volta, l’importanza di una copertura assicurativa che protegga le persone e le imprese da questi eventi. Ma non basta sottoscrivere una polizza: è necessario anche essere lungimiranti e attenti, per acquisire tutte le garanzie necessarie e non essere impreparati in caso di eventi avversi.

Questo accade per la mancanza in Italia di norme, anche di carattere costituzionale, che obblighino lo Stato e le istituzioni pubbliche ad intervenire economicamente per ripristinare i danni oppure per partecipare alla ricostruzione, nemmeno nel caso di drammatiche scosse di terremoto. In molte occasioni, le istituzioni pubbliche hanno fornito aiuti finanziari alle persone colpite da disastri naturali, ma queste misure sono state adottate in modo arbitrario, senza un quadro giuridico preciso.

Proprio per questo acquistano ancor maggior importanza alcune garanzie assicurative offerte da polizze specializzate. Contratti assicurativi che, oltre a prevedere il risarcimento dei danni causati dagli eventi atmosferici, hanno anche iniziato ad accompagnare il cambiamento climatico offrendo agli assicurati strumenti adeguati al passo con l’evoluzione tecnologica, ad esempio soluzioni di protezione mirate a proteggere chi vive in aree a rischio e che sono disegnate grazie a modelli predittivi dei disastri naturali (incendi, alluvioni, uragani etc). Questi modelli mirano ad anticipare il verificarsi di fenomeni climatici estremi con elevata accuratezza, sfruttando immagini satellitari, dati metereologici, sistemi di simulazione e machine learning. (fonte: assinews.it)

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