Andamento economia, il bollettino della BCE

Nell’ultimo bollettino della BCE l’andamento dell’economia: previsioni su inflazione, PIL e taglio dei tassi di interesse

Nel bollettino economico pubblicato il 21 marzo, la Bce ha analizzato l’andamento dell’economia dell’area euro, presentando un quadro che evidenzia ancora debolezze e incertezze. La notizia positiva è che continua il calo dell’inflazione, e l’istituto prevede una ripresa dei fondamentali economici nel corso dell’anno. Tuttavia, l’economia rimane debole e i consumatori frenano le spese, gli investimenti hanno subito un rallentamento e le esportazioni delle imprese sono diminuite a causa di un calo della domanda estera e di alcune perdite di competitività.

Le stime sul PIL

Il PIL dell’area euro non è aumentato alla fine del 2023, risentendo della debolezza del commercio mondiale e dell’inasprimento della politica monetaria, ovvero, di quelle strette monetarie che la BCE ha annunciato ripetutamente negli ultimi due anni. In merito alle previsioni sul PIL, gli esperti hanno rivisto al ribasso la proiezione relativa alla crescita per il 2024, allo 0,6 per cento.

Nel documento si legge che l’attività dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo e recuperare gradualmente nel corso dell’anno, “grazie al calo dell’inflazione, alla robusta dinamica salariale e al rafforzamento della domanda estera”. I dati delle indagini continuano a segnalare una crescita modesta o nulla nel breve periodo, ma gli indicatori prospettici di più lungo periodo basati sulle indagini congiunturali mostrano alcuni segnali di ripresa. Il PIL dell’area euro dovrebbe riportare dunque una crescita “moderata nel breve periodo, per poi salire all’1,5 per cento nel 2025 e all’1,6 nel 2026”, grazie al sostegno iniziale dei consumi e, successivamente, anche degli investimenti.

Nello specifico, si prevede che la crescita dell’area dell’euro si avvierà alla ripresa nel corso di quest’anno. In assenza di ulteriori shock, questa ripresa sarà inizialmente determinata dall’aumento del reddito disponibile reale che supporta i consumi privati, in presenza di un calo dell’inflazione e di una robusta crescita salariale. Nel medio periodo, la ripresa sarà sostenuta anche dagli investimenti, grazie anche al graduale venir meno dell’impatto della politica monetaria restrittiva della Bce.

Continua il calo dell’inflazione

La Bce ha rivisto al ribasso anche l’outlook sull’inflazione, con gli esperti della banca centrale che ora prevedono un tasso in media al 2,3 per cento nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. C’è stata una valutazione al ribasso anche dell’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari, che ora si prevede in media al 2,6 per cento nel 2024, al 2,1% nel 2025 e al 2% nel 2026. Nonostante questo calo, le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, ma in generale “le condizioni di finanziamento sono restrittive e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

Dichiarazioni sull’inflazione sono state rilasciate anche dalla presidente della Bce Christine Lagarde, la quale ha mostrato fiducia nella traiettoria al ribasso delle pressioni inflazionistiche, indicando anche i tre fattori chiave che saranno alla base della sua eventuale decisione di tagliare i tassi, che finora non si è concretizzata, a dispetto delle speranze dei mercati (e dei cittadini). L’allentamento delle politiche restrittive slitta dunque a giugno, se le nuove proiezioni confermeranno o meno la validità dell’andamento dell’inflazione prevista.

Resta comunque un clima di incertezza: nel bollettino si legge che “tra i rischi al rialzo per l’inflazione figurano le accresciute tensioni geopolitiche, soprattutto in Medio Oriente, che potrebbero determinare un rialzo dei costi di energia e di trasporto nel breve periodo, causando interruzioni nel commercio mondiale. Inoltre, l’inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati del previsto se le retribuzioni aumentassero più di quanto atteso o i margini di profitto evidenziassero una tenuta superiore”. (Fonti: FinanzaOnline e Economic Bulletin Issue 2, 2024)

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