Pensione e TFR: perché pensarci sin da ora
La pensione è uno dei temi più discussi degli ultimi anni. Tanto desiderata da chi ha raggiunto l’età pensionabile e vista come un lontano miraggio per i giovani che hanno appena iniziato la loro carriera lavorativa, la pensione è un argomento da comprendere per prepararsi al meglio e non avere sorprese future. Bisogna pensarci perché pensarci sin da ora. Ecco qualche informazione in più su come funzionano alcuni settori del sistema pensionistico italiano.
Cos’è il TFR?
Il TFR è l’acronimo di “trattamento di fine rapporto” ossia il denaro che dovrebbe avere il lavoratore dipendente quando termina il suo contratto con un’impresa. In passato, nel momento in cui cessava il lavoro, il titolare dell’azienda era tenuto al pagamento della liquidazione, termine con cui veniva definito il TFR. Il decreto legislativo n. 252 del 2005 ha riformato il sistema della previdenza integrativa e stabilisce che il TFR può essere utilizzato per finanziare la pensione complementare.
Dove è possibile destinare il TFR
I dipendenti del settore privato possono scegliere, entro sei mesi dall’assunzione, dove destinare il loro trattamento di fine rapporto. Le opzioni sono due: alla previdenza complementare oppure lasciarlo in azienda. Se non viene data nessuna risposta prevale il meccanismo del silenzio-assenso e il TRF finanzierà un fondo pensione. Il TRF può anche essere lasciato all’azienda, con la possibilità di essere pagato una volta che il lavoro verrà concluso. Quando si decide di optare per lasciare il TRF in azienda è possibile destinarlo in seguito ad un fondo pensione integrativo. Nel caso in cui si decida, invece, di destinare il TFR al fondo pensionistico è impossibile modificare la scelta in futuro.
Benefici del versare il Tfr nel fondo pensione complementare
Sono previste delle agevolazioni fiscali quando si decide di versare il TRF in un fondo pensione integrativo. Se il TFR venisse liquidato dall’azienda sarebbe soggetto ad un’aliquota IRPEF tra il 23% e il 43%, mentre per quanto riguarda l’erogazione del fondo pensionistico integrativo l’imposta si attesta tra il 15% e il 9%.
Vantaggi della previdenza complementare e come viene erogata alla fine
Quando si raggiunge l’età pensionabile e si è optato anche per un fondo pensione integrativo è possibile scegliere tra tre modalità di erogazione: convertire il capitale in rendita, in modo da aggiungerlo alla pensione tradizionale per il periodo della vecchiaia; la seconda opzione è che il denaro accumulato negli anni possa essere richiesto al 50% in un’unica soluzione, mentre la parte riamanente viene erogata sotto forma di rendita vitalizia; infine, si può richiedere anche il 100% del capitale.
PERCHE’ I GIOVANI DEVONO PENSARCI SUBITO?
I giovani dovrebbero pensare alla pensione integrativa per garantirsi una stabilità economica per il futuro, oltre che sfruttare dei reali vantaggi anche nel presente.
Le agevolazioni fiscali permettono ai giovani di dedurre dal reddito complessivo i contributi pensionistici fino a 5.164,57 euro all’anno. Per i lavoratori alla prima occupazione le agevolazioni sono ancora più proficue, infatti, in alcuni casi è possibile dedurre anche ulteriori 2.582,29 euro annui.
La previdenza integrativa ti consente di avere quindi un risparmio fiscale associato alla semplice e vantaggiosa decisione di mettere da parte dei soldi per la tua pensione. E’ un importante incentivo che, oltre a tutelarti, aumenta la convenienza di questa forma di risparmio rispetto a tutte le altre forme di risparmio.
Quando aderire per dedurre fiscalmente i contributi?
Per avvalerti subito della deducibilità fiscale basta aderire al fondo pensione e contribuire entro il 31 dicembre di ciascun anno, in modo tale da ottenere il rimborso in sede di dichiarazione 730 dell’anno successivo.
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