Educazione finanziaria: inflazione e tassi di interesse

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Una guida per capire e affrontare l’inflazione, proteggendosi con gli strumenti giusti

Di inflazione sentiamo parlare da oltre due anni: a causa del suo aumento sono aumentati i prezzi di tutti i beni, anche quelli di prima necessità. Ma cos’è, spiegata in maniera semplice, l’inflazione? Quali sono le cause? E le conseguenze? Possiamo mettere al riparo i nostri risparmi? In questo articolo vogliamo fare chiarezza su questo fenomeno, spiegandone i meccanismi, le cause principali, le conseguenze economiche e le possibili strategie per proteggere i propri risparmi.

Cos’è l’inflazione?

L’inflazione è l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni (cibo, energia elettrica, carburanti, ecc.) e dei servizi (un taglio di capelli, un biglietto del treno, ecc.). L’inflazione non riguarda quindi il prezzo di singoli prodotti, ma interessa molti beni e servizi. L’aumento dei prezzi diminuisce la quantità di beni o servizi che possiamo acquistare con i nostri soldi: per questo si dice che l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo. (fonte: economiapertutti)

Le oscillazioni dei prezzi, che abitualmente si registrano per singoli prodotti e sulla base di fenomeni specifici – aumento improvviso della domanda, temporanea difficoltà di approvvigionamento di un bene o di una materia prima – diventano invece endemiche e nel giro di poco tempo con gli stessi euro si acquistano meno beni o servizi rispetto al recente passato. Per non parlare dei risparmi lasciati sul conto corrente, sui quali l’inflazione va a incidere con lo stesso meccanismo. Questo riduce inesorabilmente il potere d’acquisto del denaro.

Come viene misurata?

In Italia, l’inflazione viene misurata dall’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, attraverso un paniere di beni e servizi rappresentativo delle abitudini di consumo delle famiglie italiane. Il dato principale è l’indice dei prezzi al consumo (IPC), che esprime la variazione percentuale dei prezzi rispetto a un periodo di riferimento.

Quali sono le cause?

L’inflazione può avere diverse cause: i prezzi possono crescere quando la domanda di un bene o di un servizio da parte delle persone aumenta e supera la quantità offerta (inflazione da domanda), oppure quando si verifica un aumento dei costi di produzione (inflazione da offerta).
Questi meccanismi sono alla base dell’aumento dell’inflazione che si è verificato negli ultimi anni, che in alcuni Paesi ha raggiunto anche la doppia cifra. Le cause sono dovute all’azione combinata dell’immissione di moneta per ristori e bonus a seguito della pandemia e l’euforia di spesa seguita ai due anni di lockdown, che hanno generato una naturale crescita dei prezzi. Poi le tensioni geopolitiche, come la guerra in Ucraina e il più recente conflitto in Medioriente, hanno fatto impennare i prezzi dell’energia e dei combustibili.

L’andamento in Italia

L’inflazione in Italia ha iniziato il suo rialzo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, ed ha raggiunto il suo picco (12,6%) nell’ottobre 2022, un dato ben più alto della media europea. Gli ultimi dati, relativi ad aprile 2024, attestano invece che il tasso di inflazione è calato allo +0,6%.  L’inflazione italiana degli ultimi tre anni è stata fortemente condizionata dall’andamento dei prezzi energetici, sia nella fase di accelerazione che nella fase di disinflazione. La prevalenza di fattori di offerta nella dinamica dell’inflazione italiana non significa però che tutta l’espansione inflazionistica degli ultimi anni verrà riassorbita con la caduta dei prezzi energetici. Infatti, anche se in discesa, l’indice dei prezzi del “carrello della spesa” resta al +2,4%, sempre secondo gli ultimi dati.

E i tassi di interesse?

I tassi d’interesse rappresentano il costo del denaro, ossia la percentuale che una banca o un’istituzione finanziaria impone sui prestiti concessi o offre sui depositi. Negli ultimi anni, per contrastare l’inflazione, le banche centrali li hanno aumentati, e il legame tra questi due fenomeni è piuttosto diretto. Tassi più alti comportano un aumento del costo del denaro (compresi i mutui), un maggior risparmio nei conti bancari, una riduzione degli investimenti, una minore circolazione di denaro e, di conseguenza, una contrazione significativa dei consumi. Questo porta a un calo graduale della domanda, una diminuzione dei prezzi e quindi dell’inflazione. In definitiva, tassi elevati implicano un’inflazione più contenuta e economie nazionali con una crescita più moderata.

Quali sono gli effetti?

L’inflazione ha molteplici impatti negativi sull’economia e sulle famiglie. Come abbiamo già detto, erode il potere d’acquisto delle famiglie, poiché con la stessa quantità di denaro si possono acquistare meno beni e servizi nel tempo. Questo impatto è particolarmente grave per le fasce di reddito più basse e per coloro che dipendono da redditi fissi. Inoltre, un tasso di inflazione elevato e volatile può generare incertezza e instabilità economica. Questa situazione scoraggia gli investimenti e i consumi, contribuendo a rallentare la crescita economica complessiva. Il conseguente aumento dei tassi di interesse rende più costosi i prestiti per famiglie e imprese, riducendo la disponibilità di credito e rallentando l’attività economica.

Metti al sicuro i tuoi risparmi

Per i motivi appena elencati, è importante proteggere i propri risparmi dall’inflazione, soprattutto in periodi in cui i tassi di inflazione sono piuttosto alti. Per farlo, il consiglio è quello di intraprendere la strada degli investimenti, affidandosi ad un consulente esperto ed integrando diverse strategie che possano offrire una redditività superiore al tasso di inflazione atteso.

Se ti interessa saperne di più puoi contattarci per una consulenza: i nostri esperti sapranno consigliarti le soluzioni di investimento più adatte alle tue esigenze.

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