Disparità generazionali, di genere e territoriali: l’educazione finanziaria in Italia fotografata dal rapporto EduFin Index 2024
In Italia resta ancora insufficiente il livello di alfabetizzazione finanziaria ed assicurativa, seppur con differenze territoriali, ed esistono gap significativi in termini di genere ed età. È quanto emerge dal Rapporto EduFin Index 2024, l’Osservatorio di Alleanza Assicurazioni, Compagnia di Generali Italia, realizzato insieme a Fondazione Mario Gasparri con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi, presentato lo scorso ottobre. L’Osservatorio mette in relazione le conoscenze finanziarie e assicurative degli italiani con il loro comportamento. La ricerca ha convolto un campione di 4.000 intervistati, con un focus particolare sulla situazione di donne e giovani.
Il livello medio di EduFin Index si attesta a 56 su 100: non riesce quindi a raggiungere la sufficienza (60 su 100). Negli ultimi dodici mesi, in particolare, è aumentato di due punti percentuali il numero di persone che vivono una condizione di analfabetismo finanziario e assicurativo, salendo al 12% della popolazione e tornando ai livelli registrati nel 2022. Dopo il significativo incremento di chi raggiungeva la sufficienza (+7%) registrato nel 2023, l’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani si è stabilizzata nell’ultimo anno: oggi solo il 40% della popolazione raggiunge la sufficienza, rispetto al 41% del 2023. Anche questa edizione del rapporto conferma poi l’esistenza di un gender gap e un gap geografico tra Nord e Sud; aumenta il generation gap che vede i giovanissimi (18-24 anni) con punteggi inferiori (di 7 punti) a quelli dei più adulti (over 35 anni).
Gap di genere e autonomia decisionale
Uno degli aspetti centrali dell’indagine è il persistente divario di genere. Le donne italiane ottengono in media punteggi inferiori di 5 punti rispetto agli uomini nell’indice di alfabetizzazione finanziaria. Questo gap è attribuito non solo a una minore propensione all’informazione finanziaria, ma anche a fattori culturali e sociali, come la scarsa autonomia decisionale e il carico delle responsabilità domestiche. Ad esempio, il 60% delle donne che guadagnano più del partner continua ad assumersi la gestione completa della casa. Tuttavia, le donne single mostrano una gestione finanziaria pari a quella degli uomini, segnalando l’importanza dell’autonomia economica per colmare il divario.
Generazione Z e nuovi approcci all’educazione
Anche i giovani tra i 18 e i 24 anni risultano al di sotto del livello di sufficienza nell’EduFin Index. Tuttavia, rispetto alle generazioni precedenti, la Generazione Z mostra segnali positivi, come un maggiore livello di socializzazione finanziaria: oggi i genitori dedicano più tempo all’insegnamento finanziario ai figli. Questo gruppo si distingue per un approccio più precoce alla gestione del denaro, anche se la percentuale di ragazze che riceve una paghetta regolare rimane inferiore rispetto ai ragazzi.
L’inclusione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici, introdotta con la Legge Capitali, rappresenta un passo avanti significativo. L’iniziativa prevede che questi temi vengano trattati nell’ambito dell’educazione civica in tutte le scuole, rispondendo a una necessità importante: fornire ai giovani strumenti per gestire in modo consapevole le proprie finanze e prevenire errori dettati dall’inesperienza. Secondo l’indagine, 8 genitori su 10 ritengono che questa misura avrà un impatto positivo sul futuro finanziario dei propri figli.
Disparità geografiche
Il rapporto evidenzia marcate differenze territoriali tra le regioni italiane, con il Nord che registra risultati superiori rispetto al Sud, segnando un divario di 4 punti nell’indice di alfabetizzazione finanziaria. Queste differenze riflettono non solo la disparità economica tra le diverse aree del Paese, ma anche l’accesso variabile a strumenti educativi e finanziari. Nel Nord, una maggiore presenza di istituzioni finanziarie, una rete educativa più strutturata e una maggiore esposizione a pratiche di pianificazione economica personale contribuiscono a risultati migliori.
Al contrario, nel Sud e nelle Isole, fattori socioeconomici come tassi di disoccupazione più elevati, minore diffusione di servizi finanziari avanzati e una tradizione educativa meno radicata in questi temi limitano le opportunità di apprendimento e consapevolezza finanziaria. Secondo il rapporto, queste differenze possono creare ulteriori disuguaglianze, sia nella capacità di gestione del denaro sia nell’accesso a servizi essenziali, aggravando le già esistenti fragilità economiche.
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