Ultimi mesi del 2024 tra incertezze e segnali contrastanti per l’economia in Italia ed Europa: i dati su inflazione, tassi di interesse e previsioni per il prossimo anno
In questi ultimi mesi del 2024, l’economia italiana e quella europea stanno attraversando una fase di transizione, caratterizzata da incertezze e segnali contrastanti. La crescita economica sta rallentando rispetto alle previsioni precedenti, mentre si osserva una graduale discesa dell’inflazione, con implicazioni importanti per il prossimo futuro economico. In questo articolo vediamo nel dettaglio come questi fattori influenzano diversi settori chiave dell’economia, analizzando le possibili risposte da parte delle istituzioni europee e nazionali ed esplorando gli scenari futuri e le opportunità che potrebbero emergere da questa fase di transizione.
La situazione economica attuale in Italia
L’economia italiana, secondo Confcommercio, si trova in una situazione di stagnazione, con una crescita praticamente nulla tra luglio e settembre 2024. Questa situazione è il risultato di una contrazione nei settori chiave, tra cui il turismo, e di una ripresa lenta e modesta. Gli esperti evidenziano la mancanza di una “chiara direzione di marcia”, il che complica le previsioni per il resto del 2024, con l’obiettivo di una crescita dell’1% che appare sempre più difficile da raggiungere (fonte: Confcommercio).
Nonostante il rallentamento, ci sono anche alcuni segnali positivi. Il tasso di occupazione ha raggiunto livelli record, e l’inflazione, relativamente bassa rispetto agli ultimi anni, sta migliorando il reddito disponibile delle famiglie. Tuttavia, la spesa delle famiglie non sta crescendo quanto previsto, complice una fiducia ancora fragile. Questo rallentamento dei consumi potrebbe pesare ulteriormente sulla crescita economica del Paese.
Anche la Banca d’Italia sottolinea un contesto economico complesso, con la produzione industriale che ha registrato una frenata e una stagione turistica che non ha rispettato le attese. Per il 2025, le previsioni indicano una possibile accelerazione della crescita, a patto che si verifichino alcuni fattori chiave, come la riduzione dei tassi d’interesse da parte della BCE e una ripresa della produzione industriale (fonte: Banca d’Italia).
Inflazione e politiche monetarie
A livello europeo, l’inflazione ha continuato a scendere, dopo aver toccato il picco del 10,6% nell’ottobre 2022. Le proiezioni indicano che l’inflazione continuerà a calare gradualmente, stabilizzandosi vicino all’obiettivo del 2% entro il 2025. Questo calo è sostenuto da una diminuzione dei prezzi dei beni non energetici e dei prodotti alimentari, mentre i costi dell’energia e dei servizi continuano a esercitare una certa pressione inflazionistica (fonte: European Commission).
Le politiche monetarie della Banca Centrale Europea (BCE) sono state fondamentali in questo contesto. Per contenere l’inflazione la BCE ha mantenuto tassi di interesse elevati per un lungo periodo, ma secondo gli esperti, dopo i primi tagli di giugno e settembre, esistono margini per una loro riduzione nei prossimi mesi, soprattutto alla luce del calo dell’inflazione. Questo intervento potrebbe offrire un respiro alle imprese e ai consumatori, incentivando investimenti e consumi.
Le prospettive per l’Europa
In Europa, la crescita economica è stata più lenta del previsto, con stime di un aumento del PIL dello 0,9% nell’UE e dello 0,8% nell’area euro nel 2024, in ribasso rispetto alle previsioni iniziali. La crescita limitata è stata influenzata da fattori come l’erosione del potere d’acquisto e gli alti tassi di interesse, ma si prevede un miglioramento moderato grazie alla riduzione dell’inflazione e alla resilienza del mercato del lavoro.
In particolare, il mercato del lavoro europeo ha mantenuto una buona solidità, con tassi di disoccupazione ai minimi storici. Questa robustezza ha permesso di contenere i danni provocati dalla debolezza della crescita economica, e nei prossimi mesi si prevede un miglioramento dei salari reali, grazie alla disinflazione. Tuttavia, restano rischi legati all’andamento geopolitico e alle tensioni internazionali, che potrebbero influire negativamente sugli scambi commerciali e sull’andamento economico complessivo.
Le previsioni per il 2025
Le previsioni economiche per il 2025 dipendono in gran parte dall’andamento dell’inflazione e dalle decisioni politiche e monetarie. In Italia, il raggiungimento di una crescita stabile sarà legato alla capacità di mantenere elevati tassi di occupazione e di stimolare il consumo interno, in modo da sbloccare la domanda latente. Le imprese italiane potranno beneficiare di un contesto di tassi d’interesse più bassi e di una maggiore stabilità dei prezzi.
A livello europeo, la Commissione prevede che la crescita economica continuerà a essere moderata, ma con una ripresa più marcata rispetto al 2024. La riduzione dei deficit pubblici e una stabilizzazione del debito sono aspetti chiave che determineranno la tenuta economica dell’UE nel medio termine. I rischi principali rimangono legati all’incertezza geopolitica, con la guerra in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente che continuano a rappresentare fattori di rischio per la stabilità economica.
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