Nuove misure di protezione contro i danni catastrofali: gli obblighi di assicurazione per le aziende e la possibile estensione ai privati
Negli ultimi anni, i disastri naturali legati al maltempo in Italia hanno provocato danni sempre più gravi e frequenti, evidenziando la necessità di misure di protezione adeguate. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), circa il 94% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, e in Emilia-Romagna le alluvioni del 2023 hanno causato danni stimati in oltre 6 miliardi di euro, mentre fenomeni simili si sono verificati in Liguria e altre regioni esposte a frane e smottamenti. La crescente intensità di questi eventi è legata, in gran parte, al cambiamento climatico e all’urbanizzazione, che aumentano la vulnerabilità delle aree colpite e sollevano domande su come migliorare la resilienza economica e sociale del paese. In risposta a questa emergenza, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto l’obbligo di assicurazione per le imprese contro i danni catastrofali, applicabile entro la fine dell’anno. Questo obbligo si applica a tutte le imprese con sede in Italia e comprende la copertura di edifici, attrezzature e altri beni aziendali contro danni causati da eventi catastrofici come alluvioni, terremoti e frane.
Le sanzioni per le imprese che non rispettano questo obbligo sono severe: dalle penalità finanziarie alla possibilità di esclusione da sovvenzioni pubbliche e agevolazioni, con l’obiettivo di incentivare la copertura assicurativa e ridurre il peso economico di simili disastri sul bilancio statale.
Le assicurazioni per il settore privato
Parallelamente, si discute dell’introduzione dell’obbligo di assicurazione anche per le abitazioni private. Attualmente, a differenza di altri paesi europei, l’Italia non impone ai proprietari di case una copertura contro eventi naturali, lasciando alle famiglie la facoltà di decidere se stipulare una polizza specifica. Tuttavia, la copertura è bassa rispetto alla media europea: uno dei motivi principali è l’alto costo delle polizze, che rende l’accesso a questa forma di protezione meno attraente, in particolare nelle regioni a rischio sismico o idrogeologico.
Diverse proposte di legge negli ultimi anni hanno avanzato l’idea di rendere obbligatoria l’assicurazione per le abitazioni private, considerando i crescenti costi associati ai cambiamenti climatici e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi. Le associazioni di categoria, come l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), sostengono che questa misura aiuterebbe a coprire parte dei costi ingenti della ricostruzione e della gestione delle emergenze, che attualmente ricadono per la maggior parte sui fondi pubblici. I sostenitori della proposta suggeriscono anche l’introduzione di incentivi fiscali o agevolazioni per ridurre l’impatto economico per i privati e promuovere un’ampia adesione.
I modelli di copertura
Tra le opzioni più dibattute c’è la possibilità di un modello assicurativo basato su premi proporzionali al rischio specifico delle singole aree, per consentire una copertura più equa e accessibile. Aree come il Centro Italia, notoriamente sismiche, e le regioni alpine, soggette a frane e valanghe, necessiterebbero di soluzioni calibrate per bilanciare i costi e il rischio. Secondo le proposte, premi agevolati o un modello di co-partecipazione con lo Stato potrebbero rendere più sostenibile il costo delle polizze per le famiglie e migliorare il livello di protezione del patrimonio immobiliare privato.
L’Italia, caratterizzata da un territorio fortemente esposto a rischi naturali, si trova davanti alla sfida di proteggere sia le imprese sia le abitazioni private da danni catastrofici sempre più frequenti. L’obbligo di assicurazione contro i danni catastrofali per le imprese è già un primo passo, ma un’estensione alle abitazioni private potrebbe costituire una misura decisiva per ridurre la dipendenza dai fondi pubblici, incentivando una cultura della prevenzione e della resilienza. Se supportato da incentivi economici, un tale obbligo potrebbe non solo salvaguardare il patrimonio delle famiglie italiane, ma anche favorire un approccio più sostenibile alla gestione delle emergenze nazionali.
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